Le parole di Franco Ballone ideatore del metodo:
- “senza innovazione e senza ricerca non si può mantenere un settore produttivo rendendolo competitivo”;
- “fin dall’inizio delle sperimentazioni, iniziate nel 2000, avevo intuito che per coltivare lo zafferano non occorre piegarsi, inchinarsi o inginocchiarsi, come stabilito nei vari disciplinari di produzione, credendo che da questo portamento supplichevole, da persona umiliata e arresa scaturisse uno zafferano di alta qualità”
- “con le nuove conoscenze non possiamo e non dobbiamo considerare la coltivazione dello zafferano come attività eroica o ruspante, strutturando campi “sgarrupati”, gestiti per hobby e aspettando un reddito integrativo”
- “per uno zafferaneto moderno, con un valido riscontro economico, occorre investimento, presenza e professionalità”
- “ nello zafferaneto non sono ammessi errori – non iniziare questa attività per sentito dire, aver visto, letto qualche libro o pagine su internet, partecipato a qualche corso formativo, seguendo i consigli dei venditori di bulbi oppure sedotti dal semplice conto matematico che un bulbo produce tre, cinque o sette fiori e tre, cinque, sette o nove bulbi, che un grammo di zafferano viene venduto a 30 € e che moltiplicando e sommando, senza mai dividere e sottrarre, otteniamo enorme profitto dimenticando che si opera nel settore agricolo dove vi sono numerose interferenze che possono sconvolgere la facile redditività studiata a tavolino”
- “iniziare con un piccolo impianto, capire il tipo di gestione da utilizzare in riferimento al comprensorio, sapere quali bulbi scartare durante la selezione ed eliminare (con celerità e senza esitazione) la pianta malata (estraendo bulbo e radici) prima della fioritura o durante la successiva fase vegetativa”
- “sapere sempre, quando, come e dove intervenire”
- “aumentare la produzione utilizzando bulbi sani prodotti in azienda”
- “dimensionare l’impianto in base alla forza lavoro che si può garantire durante il periodo della raccolta”